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"Grandi, colorate e leggere come vele, le opere di Ghidini mettono in scena le inesauribili divagazioni del segno pittorico: un tratto dinamico e rabdomantico, sempre uguale e sempre diverso, conciso come un filo, continuo come una scia; un nastro luminoso che volteggia nello spazio disegnando acrobatiche traiettorie, alludendo a grovigli, spirali, ghirigori, viluppi, intrichi. Nessuna intenzione narrativa, però. Solo piccole esplosioni, turbolenze, garbugli, sciami luminosi che attraversano lo spazio della tela saturandolo di straripante energia cromatica. Il presupposto è chiaro: la pittura è al tempo stesso mezzo e fine, scrittura che si guarda scrivere..." (De Pascale) - "Ad un primo sguardo, le tele comunicano una sensazione di levità non disgiunta da una problematica complessità protesa verso l'alto: unica via di fuga? Tentativo di mettere ordine al caos... della vita? Scelta consapevole e deliberata di un altrove? Il percorso non deve essere stato affatto agevole ma - al contrario - assai aggrovigliato. Passare dalla linearità del segno alla rotondità delle forme presuppone un profondo ripensamento: la critica è crisi, pertanto congedo dal modo abituale di pensare." (Drago)